L’artista inglese, Marija Turina, si è divertita a raccontare con le sue illustrazioni il significato di alcune parole straniere intraducibili.
Intraducibili perché non sono semplici parole… ma racchiudono concetti, azioni, sensazioni, timori, etc che è impossibile spiegare con un solo termine se non nella lingua originale. Palegg, Gufra, Cafunè e Trètar sono solo alcune.
Il risultato è questa bellissima serie di illustrazioni.
Non si può certo dire che la band di Thom Yorke sia nuova alle esplorazioni nel mondo del digitale, ma la realizzazione dell’app interattiva e totalmente gratuita (per iOS e Android) Polyfauna, realizzata con la collaborazione di menti creative che amano definirsi indipendenti nonostante il loro lavoro tocchi un numero di pubblico non certo di nicchia, ma piuttosto mainstream. L’applicazione si inserisce nel filone dell’arte digitale e non vuole affatto rappresentare il preludio di un nuovo album dei Radiohead: la colonna sonora di Polyfauna è limitata, infatti, al solo brano ‘Bloom’, ridotto all’osso (cioè a pochi loop ripetuti all’infinito), dell’album The King of Limbs del 2011. Anche l’ambiente dove si muove l’utente è spoglio, non a caso è definito Dead Air Space sul sito ufficiale della band, e si possono vedere solo montagne, alberi spogli e stilizzati, lune gigantesche e oggetti fluttuare come amebe in un liquido. Thom Yorke afferma nella presentazione dell’app che Polyfauna proviene dall’interesse per “le creature immaginarie del nostro subconscio”: in effetti l’esperienza è quella di un mondo alienante dove prendono vita con un touch forme di vita indefinite. E continua: “Your screen is the window into an evolving world. Move around to look around. You can follow the red dot. You can wear headphones.”
Questa settimana il film Lego The Movie arriva in Europa e in Uk dove, questo venerdì andranno in onda, all’interno del programma Dancing on Ice, i 4 spot completamente realizzati con mattoncini Lego per promuovere il film Lego The Movie. I 4 inserzionisti coinvolti nel progetto messo a punto da PHD per Warner Bros sono Premier Inn, BT, Confused.com e la British Heart Foundation.
Ma questa non è l’ultima delle idee di comunicazione che hanno i mattoncini per protagonisti: per l’occasione, infatti, la piattaforma Build with Chrome apre agli utenti Google+ in tutto il mondo. Inoltre film a parte, recentemente i mattoncini sono stati usati per interessanti iniziative come LEGO Blind Art Project e come activation per mascherare il restauro di un hotel.
Le potenzialità creative dei mattoncino sono state funzionali anche all’agenzia Serviceplan che per la riapertura del museo Lenbachhaus di Monaco ha ideato il LEGO Blind Art Project con l’obiettivo di introdurre al mondo dell’arte i bambini ciechi o con seri problemi alla vista.
Dopo il grande successo della versione di Skyfall di Adele (colonna sonora dell’omonimo film di James Bond) eseguita da un coro dell’Esercito Russo, anche la Polizia Russa ha deciso di ‘farsi sentire’ imitando i colleghi e, per promuovere un concerto al Cremlino in programma domenica scorsa, hanno realizzato una curiosa cover di Get Lucky, la hit estiva dei Daft Punk.
Il risultato? Oltre un milione e mezzo di visualizzazioni nei pochi giorni dal caricamento.
Il progetto ‘art x smart’ modifica quadri famosi inserendo nelle tele di grandi pittori del passato (Cézanne, Van Gogh, Vermeer ecc.) smartphone, tablet o altri dispositivi del XXI secolo. L’intento è umoristico, ma nasconde una riflessione su quanto la tecnologia abbia cambiato l’interazione sociale nei giorni nostri.
Christian Jackson, brillante graphic designer di Square Inch Design, ha illustrato le fiabe con cui tutti noi siamo cresciuti con una serie di poster minimalisti capaci di dare vita ad un personaggio grazie all’accostamento di pochi elementi fondamentali.
Il progetto Fairy Tales vuole essere intelligente e semplice: ‘less is more’? “La frase stessa è davvero stupida – sostiene Christian – il meno diventa più quando si ha il know-how per lavorare in modo intelligente con poco è renderlo più significativo. Trasportando questo concetto al minimalismo, visivamente parlando c’è meno, ma quando è ben fatto il minimalismo impegna chi guarda più che solo con gli occhi. Trasmette accenni di idee più ampie permette al pubblico di esporre ed estrapolare i dettagli. Da solo il minimalismo è incompleto, ha bisogno di un’interpretazione per diventare completo. Si tratta di un incredibile medium perché fa lavorare lo spettatore. La mente completa gli spazi e crea un momento wow che è perfetto per ognuno a suo modo. Siccome la perfezione è un ideale e gli ideali esistono solo nella mente, il minimalismo in questo senso è perfetto perché si impiega per renderlo tale”.
Lo spot vincitore ritrae una serie di fotografi in alcune situazioni imbarazzanti e pericolose… tutti uniti dalla passione per la fotografia e disposti a tutto per catturare lo “scatto perfetto”. L’headline “Long live imagination” compare dopo la rappresentazione delle ridicole situazioni seguita poi dagli scatti spettacolari frutto della passione e della follia di questi intrepidi fotografi (o aspiranti tali). Il tutto condito dalla regia spettacolare di Nicolai Fuglsig e dall’affascinante versione di Rachel Fannan della canzone Beautiful Dreamer.
Gli altri spot candidati all’Emmy di quest’anno erano: lo spot Nike “Jogger” dell’agenzia Wieden + Kennedy, lo spot “Jess Time” per Google Chrome di BBH + Google Creative Lab e lo spettacolare spot vintage “The Chase” per la mostarda Grey Poupon’s dell’agenzia Crispin Porter + Bogusky .
L’artista svedese Herr Nilsson ha stravolto l’innocenza tipica delle principesse delle fiabe invadendo le strade di Stoccolma.
La versione dark delle beniamine di Walt Disney vuole andare contro la violenza ma anche contro i luoghi comuni che spingono a definire bene e male, giusto e sbagliato. Le principesse killer di Nilsson, infatti, non brandiscono fiori ma pistole e coltelli e si nascondono dietro gli angoli delle strade in attesa di assalire i passanti con il loro messaggio.
Ed è proprio la democraticità della street art che ha spinto l’artista a prediligere la strada andando oltre gallerie e mostre per raggiungere il più ampio pubblico possibile senza l’intermediazione del mercato dell’arte.
Una viralità facilmente trasposta online che ha portato le principesse Disney molto più lontano di quanto potessero sperare, portando con se il messaggio provocatorio: di chi possiamo fidarci?